Ci vorrebbe lo stile di Peppino Prisco

giuseppe-baiocchidi Giuseppe Baiocchi

 

"Sono sempre incondizionatamente a favore degli "àrbitri" e sempre e comunque contro gli "arbìtri". Come in tutte le cose della vita in fondo la verità è solo questione di un accento"... Così si concludeva la intervista-biografia che questo cronista aveva scritto con Peppino Prisco, per mezzo secolo numero 2 dell'Inter, scomparso giusto dieci anni fa.

 

Amatissimo dagli interisti ma rispettato da tutti gli altri e semmai invidiato all'Inter dai tifosi di tutte le altre squadre, che pure a denti stretti ammiravano la vena di arguta ironia, di elegante polemica che aiutava a sdrammatizzare divertendo le chiacchere in tv sul calcio, (metafora della vita e della politica) strappando a chiunque il piacere di un sorriso.

 

Perchè Prisco, di una intelligenza lucida e fredda in tribunale, si trasformava sugli spalti in un fazioso viscerale, posseduto dai furori di un tifo senza confini. "Ma guarda che siamo tutti così - confessava - . Se non trovi l'ambito della trasgressione, quello nel quale puoi dar sfogo alla carica di emozionalità e magari di frustrazione che ti porti dentro, poi non ritrovi la calma e la lucidità per far bene il tuo lavoro e trattare un po' meglio le persone che ti stanno intorno e che ti vogliono bene...".

 

Una lezione di vita applicata coerentemente dal dopoguerra in una Milano che forse sente ancora il vuoto della sua assenza. Perchè, oltre all'Inter, era sempre rieletto a presidente dell'Ordine degli Avvocati e insieme legatissimo ai "suoi" alpini, con cui aveva condiviso, da ufficiale della Julia, la dolorosa epopea della ritirata di Russia.

 

Nel dibattito pubblico , e non solo intorno al calcio, forse manca tutt'ora uno stile così, capace per intelligenza e seguito popolare a rendere impossibile essere odiato dagli avversari più schierati e tenaci. Servirebbe anche alla politica: non a caso sconsigliò affettuosamente la "discesa in campo" del patron del Milan . "In politica il rossonero - diceva - è un ossimoro cromatico.

 

E poi per Berlusconi fare politica è come scoprire l'amore dopo i cinquant'anni: può dare sensazioni impagabili ma anche portare alla perdizione...". In molti non lo dimenticano: oggi alle 17 di sabato 10 dicembre (che sarebbe il suo 90 compleanno) gli faranno festa gli alpini alla Scuola Militare Teulliè di Corso Italia a Milano, con gli interisti, gli avvocati, i giornalisti.

 

E con un volume, curato per la Ex-Cogita dai colleghi Marco Pedrazzini e Federico Jaselli Meazza, che raccoglie una messe di inediti e contributi sull'avvocato, compresa la testimonianza di Xavier Zanetti, capitano di un' Inter che ritrova nella storia la voluttà di soffrire.


Articolo pubblicato da L'inkiesta a firma di Giuseppe Baiocchi, 10 dicembre 2011.

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