La messa di Natale

messa natale12Ventisei anni orsono un breve articolo sul "Corriere della Sera" e la "Notte", della terza domenica di dicembre, ricordava a tutti, agli italiani memori e immemori, che nel civico tempio di S. Sebastiano di Milano si sarebbe svolta, quella mattina, una cerimonia religiosa con la partecipazione, quale officiante, della medaglia d'oro padre Giovanni Brevi.

 

Scopo era ricordare i caduti, caduti anche nel silenzio, in guerra comunque fossero stati inquadrati.  Era una mia iniziativa, coaudiuvata e sostenuta da un gruppo di superstiti del battaglione L'Aquila della divisione Julia.

 

Noi... miracolosamente reduci dal fronte russo. Alla prima messa i presenti erano poco più di cinquanta, ma non vi erano solo alpini in congedo: c'erano anche bersaglieri, fanti, artiglieri...

 

All'uscita dalla chiesa, un po' commossi ed emozionati per quell'incontro quasi improvvisato, per la gioia di avere ascoltato la predica di don Giovanni Brevi, che echeggiava lontane sofferenze fisiche ancora vive nell'animo, si pensò di ripetere ogni anno la cerimonia. E così fu, ma già alla quarta o quinta manifestazione il tempio di via Torino apparve insufficiente tale era l'affluenza di cittadini: si iniziò a organizzare un corteo con l'intervento dapprima della sola banda degli alpini in congedo di Crema, poi, negli anni successivi, intervennero reparti alpini in armi con la loro fanfara.

 

Sfilare per le vie di Milano, dagli anni 70 in poi, con il vessillo ufficiale dell'Associazione Nazionale Alpini, accompagnati dal "33" e da altri inni patriottici – mentre normalmente il centro della città era occupato da ben altri tipi di dimostranti – poteva sembrare una follia: ma la cittadinanza accorreva come colta da frenesia, applaudiva, incitava, dimostrava entusiasmo per quella colonna di bei ragazzi in uniforme seguita da tanti altri decisamente meno ragazzi e meno belli ma ugualmente fieri di se stessi e del loro passato, tutti diretti a portare corone di alloro al sacrario dei caduti in Sant'Ambrogio.

 

alpini chiesa2La folla dei partecipanti continuò a crescere di anno in anno: fu necessario lasciare il civico tempio di via Torino per andare nella più spaziosa chiesa di San Carlo in corso Vittorio Emanuele, ma presto fu indispensabile accedere al Duomo, la cattedrale simbolo della città.

 

Dalle poche decine di persone presenti nel dicembre '59 si è giunti ormai alle molte migliaia di questi ultimi anni: la cerimonia più patriottica dell'anno. 

 

La "messa di Natale" è diventata un punto d'incontro per tutti quelli che non intendono dimenticare il sacrificio di tanti giovani che in un periodo tremendo per la storia d'Italia combatterono con onestà ed eroismo chiudendo i loro vent'anni nello scrupoloso adempimento del proprio dovere.

 

Anche ieri nella cattedrale e poi nella piazza antistante – nonostante i mille impegni natalizi e la distrazione di un imminente incontro di calcio – c'era una moltitudine commossa accorsa per "non dimenticare", compiaciuta dal fatto che il professor Giovanni Spadolini, ministro della Difesa, fosse presente a testimoniare anche con la sua parola, il suo affetto per i vecchi combattenti, per le giovani leve e per l'Associazione Nazionale Alpini da lui definita "la punta di diamante" nelle istituzioni democratiche e repubblicane. (1985)