La nuova Inter di Thohir

thohirEric Thohir, neo presidente dell'Inter ha avviato una girandola di incontri per impostare il lavoro della sua nuova Inter. Nelle sue dichiarazioni rilasciate alla Gazzetta dello Sport emergono la sua determinazione e il suo entusiasmo: «Vengo dal mondo dei media, per me è automatico che una squadra debba piacere alla gente.

 

Amo il calcio spettacolo: serve ad attirare nuovi tifosi e a fare contenti quelli che già ci sono. Ne ho parlato con Mazzarri, dovrà essere ultra paziente per mixare questa esigenza con gli equilibri tattici, importanti per non rischiare di essere sommersi di gol. Un buon esempio possono essere i Lakers di Magic, per come coniugavano spettacolo e vittorie.

 

Per un tecnico è una sfida dura, ma va accettata se vuole essere fra i top al mondo. In tanti vorrebbero allenare l'Inter, quindi è importante essere in grado di gestire le tante pressioni che ci sono qui, come è fondamentale che fin dall'inizio allenatore e squadra, e anche tutti quelli che sono in società, capiscano la filosofia della nuova proprietà.

 

Poi, è chiaro che la preparazione delle partite è di competenza unica dello staff tecnico. So che in Italia si gioca un calcio più "difensivo", mentre in altri Paesi c'è più spazio al 4-3-3 o al 3-4-3. Dipende anche dall'allenatore, ma l'altra cosa in cui credo è che non si può vincere con una sola strategia».

 

Cosa esige dai suoi giocatori?
«Se arrivi all'Inter, devi essere professionale al 100 per 100. Guardate Zanetti: non beve alcol, è rientrato dall'infortunio con tre mesi di anticipo, in 10' col Livorno ha dato un segnale a tutti, partecipando all'azione del 2-0.

 

I più anziani devono trasmettere la giusta disciplina ai giovani, che si sentono superstar visti i tanti soldi che girano, ma non si rendono conto che la carriera così dura appena tre anni. Basta pensare a Steve Francis: grandissimo talento nella Nba, ma finito in fretta. Ma so bene che una cosa sono le parole, un'altra i fatti».